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Attualità lunedì 15 giugno 2020 ore 18:03

Inquinamento Valdarno così è cambiato nel lockdown

Centralina mobile rilevamento Arpat (foto di repertorio)

L’agenzia regionale Arpat ha diffuso i dati che riguardano le variazioni registrate durante le misurazioni del particolato e del biossido di azoto



VALDARNO — Arrivano i risultati dell’Arpat sull’inquinamento dell’aria nei mesi del lockdown. Sono dati che vanno presi con prudenza perché la stessa agenzia, nel commentare lo studio, evidenzia “le difficoltà nel tracciare un bilancio puntuale zona per zona, e per ogni zona si possono trarre conclusioni diverse, e in alcuni casi anche all’interno di una stessa zona si evidenziano aree di disomogeneità”. Comunque, stando ai dati rilevati nelle misurazioni di PM10 si osservano in generale variazioni meno rilevanti e non sempre chiaramente riconducibili alla particolare situazione che si determinata del 2020. Invece c’è da dire che le zone dove le variazioni di PM10 e NO2 sono risultate più rilevanti sono proprio quelle in cui si riscontrano siti di traffico.

Ad esempio, secondo l’Arpat “la zona del Valdarno aretino mostra per NO2 riduzioni rispetto al triennio precedente che possono definirsi generalizzate a partire dall’inizio dell’anno, con una diminuzione più marcata nei mesi di marzo e aprile, mentre per il PM10, il comportamento varia dall’area urbana di Arezzo alla stazione di FI-Figline”.

La sigla PM10 significa "Particulate Matter" o materia particolata, cioè in piccolissime particelle. Mentre NO2è la sigla che indica il biossido di azoto, un inquinante che viene normalmente generato a seguito di processi di combustione. In particolare, tra le sorgenti emissive, il traffico veicolare è stato individuato come quello che contribuisce maggiormente all'aumento dei livelli di biossido d'azoto nell'aria ambiente.

Per l’agenzia regionale il quadro complessivo dell’ultimo report “fa ipotizzare che il traffico, in quanto sorgente ad incidenza diretta sull’inquinamento, avendo diminuito la sua pressione sul territorio nei mesi di marzo ed aprile risulti, in prima approssimazione, la fonte con le principali variazioni rispetto alle altre”.


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