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Attualità lunedì 25 maggio 2020 ore 17:20
Comuni, un nuovo capitolo della “guerra del gas”
La questione aperta con l’azienda di distribuzione del gas finisce in Corte d’Appello. Mentre si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale
FIGLINE E INCISA — Il Comune di Figline e Incisa ha deciso di costituirsi in giudizio alla Corte d’Appello, visto che un'azienda fornitrice del gas, nel mese di aprile 2020, ha proposto un atto di citazione “per l’annullamento e/o per la declaratoria di nullità del lodo parziale” proprio davanti alla Corte d’Appello di Roma.
Si apre così l’ennesimo capitalo della cosiddetta “guerra del gas” che oppone tre amministrazioni comunali valdarnesi (Montevarchi, Cavriglia, Figline e Incisa) con una concessionaria del servizio pubblico di distribuzione gas naturale.
Tutto è iniziato nel 2018, nella cosiddetta fase transitoria della procedura per il rinnovo delle concessioni per la distribuzione del gas, visto che era in scadenza l’accordo stipulato nel 2014.
Il problema è nato dal fatto che i consueti tempi procedurali si erano dilatati, perché nel frattempo era stata introdotta la cosiddetta gara d’ambito.
La questione è sorta proprio in questa fase transitoria: così come prevede la legge (che ora sarà oggetto della valutazione della Consulta) il vecchio concessionario ha continuato comunque il servizio, in attesa della nuova gara, chiedendo però una riduzione del canone a suo tempo pattuito.
Invece i Comuni di Montevarchi, Cavriglia, Figline e Incisa non hanno accettato la proposta, nella convinzione che “sia gli accordi contrattuali stipulati, sia la vigente normativa di legge, non consentono di accettare soluzioni transattive che contemplino l’ipotesi di una riduzione del canone pattuito”.
A fronte del mancato raggiungimento dell'accordo, l’azienda del gas prima ha cessato di effettuare pagamenti dovuti, poi ha attivato la procedura arbitrale avvalendosi della clausola compromissoria prevista nel contratto.
Tutto risolto? Niente affatto.
A questo punto il collegio arbitrale, con un’ordinanza depositata nel dicembre del 2019, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale su quanto prevede l’articolo 1 (comma 453 della legge 232/2016), circa l’obbligo del concessionario di corrispondere il canone originario, anche nel periodo successivo alla scadenza della concessione e fino al subentro del nuovo gestore del servizio.
Di fatto il collegio arbitrale sospese il giudizio trasmettendo gli atti alla Corte Costituzionale. A quel punto il Comune di Figline e Incisa “anche a seguito di incontri con gli altri Comuni coinvolti” affidò ad un avvocato l’incarico “per intervenire nel giudizio davanti alla Corte costituzionale”.
In attesa del passaggio di fronte alla Corte costituzionale, si è aperto un nuovo capitolo davanti alla Corte d’Appello.
Infatti l’azienda distributrice del gas coivolta nella vicenda, ha ritenuto di impugnare “in via incidentale il lodo parziale del 16 dicembre 2019, nella parte in cui il Collegio non si è pronunciato sulla domanda formulata dalle tre Amministrazioni di condannare l’azienda del gas al pagamento dei canoni dovuti in forza dell’accordo del 2014”.
Da qui la decisione del Comune di Figline e Incisa di nominare un avvocato e di costituirsi a sua volta davanti alla Corte d’Appello di Roma.
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