Politica

Valdarnese alla conquista di Arezzo. Coi Comunisti

Unica donna candidata a sindaco della città è da sempre impegnata in politica e nel sociale. Potrebbe scuotere la campagna elettorale

Laura Bottai

È donna, valdarnese e comunista. Una combinazione di fattori che la rende quasi “un caso”, un outsider che di politica però se ne intende. Ieri, nell’ultimo giorno utile per presentare le liste elettorali, è spuntato anche l’ottavo candidato a sindaco di Arezzo: Laura Bottai da Cavriglia che corre per il Pci, lo storico partito comunista assente dalle tornate elettorali da un trentennio. Una non-aretina – per giunta l’unica signora in lizza - che tenta di scalare Palazzo Cavallo non è cosa da poco, ma Arezzo Bottai la conosce bene. Agli inizi del nuovo millennio è stata infatti consigliere provinciale di opposizione – sotto la presidenza Ceccarelli – e per il suo attivismo nella difesa dei diritti delle donne è stata nominata alla guida della Commissione pari opportunità dell’ente riscuotendo la stima di tutte le forze politiche.

Sessantacinque anni da compiere, una laurea in filosofia, oggi pensionata dopo aver lavorato come impiegata - negli ultimi anni per la Sita -, Bottai si è impegnata fin da giovane nel sociale e in politica. Fa parte della schiera di militanti che hanno fatto la gavetta e la vita di partito e che conoscono bene meccanismi e insidie dell’arte del governo. Ha avuto ruoli istituzionali e nel sindacato e ha dedicato tempo e studi al tema delle pari opportunità tra i sessi e tra i generi che l’hanno portata a pubblicare diversi saggi e libri. Laura Bottai da Cavriglia – comune baluardo della sinistra – potrebbe dare un guizzo in più alla campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco della città.