Cronaca

Troppi affitti in quella casa, era una mega truffa

Appartamento turistico locato migliaia di volte in due mesi: cinquantenne nei guai per frode informatica per aver raggirato due società americane

Aveva affittato la sua casa di Pelago – nelle campagne al confine tra la Valdisieve e il Valdarno - più di 1700 volte in un paio di mesi. Praticamente impossibile: ed infatti era una mega truffa, scoperta nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Firenze. Un cinquantenne – originario di Brescia, ma da tempo residente nella località della Valdisieve – era riuscito a dimostrare di aver affittato la sua casa-vacanze a turisti centinaia e centinaia di volte tra febbraio e marzo del 2020, tra l’altro nel periodo del primo lockdown Covid quando era impossibile viaggiare. 

L’uomo, titolare di una società di appartamenti turistici, aveva inserito sul sito internet Expedia, notissima società statunitense di prenotazioni online di alberghi, un’abitazione che si trova nel territorio di Pelago. Per ogni prenotazione registrata l’American Express – altra nota società Usa che opera nei servizi finanziari e di viaggio – anticipava al cinquantenne l’importo del soggiorno, cifra che poi Expedia rimborsava ad American Express. Fin qui una normale operazione. Peccato che l’uomo – sfruttando un piccolo errore informatico – era riuscito a moltiplicare praticamente all’infinito il numero degli affitti. In due mesi la casa risultava locata 1721 volte. E grazie alle tantissime prenotazioni fasulle l’uomo avrebbe intascato quasi un milione di euro accreditati da American Express sul conto corrente della sua società di affitti turistici.

Alla fine, però, la società Usa si è accorta che qualcosa non tornava, che gli oltre 1700 affitti per una sola casa erano impossibili e che, quindi, le centinaia di accrediti bancari non erano dovuti. E così ha segnalato i fatti alla Polizia postale. Sono quindi scattate le indagini che hanno portato a identificare l’uomo e a scoprire che con la somma ottenuta aveva acquistato beni poi intestati ad alcuni suoi familiari: sul suo conto corrente erano infatti rimaste poche centinaia di euro. I beni – un appartamento, gioielli, un’auto e altra merce per il valore di circa un milione di euro - sono stati posti sotto sequestro. L’imprenditore è stato accusato di frode informatica.