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Gli operai Bekaert chiedono un futuro

In Consiglio regionale una delegazione di lavoratori dell'azienda di Figline che ha annunciato la volontà di chiudere la fabbrica. Rischiano in 318

Hanno esposto la loro situazione nell'aula del Consiglio regionale e hanno risposto alle domande dei consiglieri esprimendo la propria angoscia per un futuro, a breve termine, che non si annuncia roseo. I vertici di Bekaert, azienda che produce rinforzi in acciaio per pneumatici acquisita dal gruppo belga Pirelli nel 2014, rischia di chiudere i battenti nell'arco di 75 giorni. 

A parlare sono stati Iuri Campofiloni della Fiom Cgil di Firenze, Filippo Pesci della Rsu e Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil Firenze, su invito del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani. Il Consiglio ha annunciato una mozione unitaria che riassuma tutti i documenti presentati nelle ultime ore a sostegno dei lavoratori. A rischio ci sono 318 posti e un altro centinaio nelle aziende dell'indotto. 

“Ho invitato i lavoratori a parlare nella prima seduta di aula disponibile – ha spiegato Giani – dopo essermi recato al loro presidio davanti allo stabilimento. L’obiettivo è quello di fornire loro una platea più ampia possibile, esprimere la nostra assoluta solidarietà, prendere posizione in uno spirito di massima compattezza, e senza strumentalizzazioni politiche, davanti a un gesto senza precedenti”.

“Per come è stato perpetrato, è un atto di violenza inaudito – ha detto poi Iuri Campofiloni - Venerdì i dirigenti si sono presentati scortati dal servizio di vigilanza personale, hanno comunicato la decisione di cessare la produzione in 75 giorni e se ne sono andati. Nel frattempo, con i dipendenti al lavoro, le lettere che annunciavano la chiusura sono state spedite alle famiglie, aperte da mogli, genitori e figli, che sono accorsi in lacrime ai cancelli dello stabilimento”. 

Intanto ieri l'azienda non si è presentata all'incontro che si è svolto al ministero del lavoro. In serata i vertici hanno fatto sapere di non avere intenzione di fare passi indietro sulla cessazione dell'attività. 

Nonostante questo i lavoratori hanno deciso di sospendere lo sciopero e di tornare al lavoro.