Firenze e Valdarno più sicuri rispetto al rischio alluvioni grazie alla nuova cassa di espansione di Pizziconi, sull'Arno nel territorio comunale di Figline e Incisa Valdarno. l'opera di presa, fondamentale per la mitigazione del rischio idraulico nel capoluogo toscano e nel Valdarno fiorentino e aretino, è stata completata con la dotazione di due paratoie mobili, alte un paio di metri, che potranno essere alzate ed abbassare da remoto in caso di necessità, così da regolare l’ingresso dell’acqua del fiume nell’invaso.
L'opera è stata inaugurata stamani dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dall'assessora regionale ad ambiente e protezione civile Monia Monni, insieme con il sindaco di Figline e Incisa Valdarno Valerio Pianigiani.
I lavori sono infatti quasi ultimati, mancano solo alcune lavorazioni accessorie che saranno terminate nei prossimi due mesi: si tratta della prima cassa con alimentazione di nuova generazione a monte di Firenze e, hanno sottolieato Giani e Monni, "Consentirà di far dormire sonni un po’ più tranquilli al capoluogo e al territorio valdarnino". Sull'opera,che permetterà l’ingresso delle acque di piena dell’Arno all’interno della cassa di espansione grazie al sottoattraversamento dell'autostrada A1 e del viadotto ferroviario dell’Alta velocità, sono stati investiti 13 milioni e 300 mila euro.
"L’opera è fondamentale perché rappresenta il rubinetto della cassa: ci permetterà di gestire le piene e derivare fino a 200-250 metri cubi al secondo dall’Arno. In pratica, è come se riuscissimo a intercettare il Mugnone in piena (torrente che scorre dentro Firenze, ndr) prima che entri nell’Arno", ha spiegato Monni.
La cassa di Pizziconi è un intervento previsto dal Piano stralcio relativo alla riduzione del rischio idraulico del bacino del fiume Arno e dal Piano di Gestione del Rischio da Alluvione per la riduzione del rischio idraulico. Soggetto gestore è la Regione Toscana, attraverso il Genio Civile Valdarno. Ha una capacità di 3,8 milioni di metri cubi d'acqua.
Quella di Pizziconi è una delle quattro casse che compogono il sistema complesso di mitigazione del rischio idraulico nelle aree del centro di Firenze e nel Valdarno.
A Pizziconi si affiancano infatti Restone, opera che sarà completata nel 2026 e capace di raccogliere 5 milioni e 500 mila metri cubi di acqua, la cassa di Prulli (circa 7 milioni di metri cubi, fine lavori entro il 2027 o inizio 2028) e Leccio (8 milioni di metri cubi, in progettazione). Complessivamente l’intero sistema, su cui sono stati investiti 206 milioni di euro, sarà in grado a regime di invasare circa 25 milioni di metri cubi di acqua.