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Un paese tutto tricolore, ma non è per l’Italia

La particolarità del borgo di Montemarciano, completamente addobbato con le bandiere italiane. Ma le imprese dei giocatori Azzurri non c’entrano

La bandiera tricolore sventola sulla torre che sovrasta l’antica porta di accesso al paese. E non solo. Anche davanti alla chiesa domina la bandiera dell’Italia. Sulla fontana del paese ce ne sono addirittura tre. Un drappo bianco rosso e verde si affaccia sulla piazza del paese. Bandiere tricolore spuntano dalle finestre. Una bandiera italiana domina anche l’indicazione stradale: via di Montemarciano. Lo strano spettacolo accoglie quanti si trovano a transitare dalla frazione collinare del comune di Terranuova Bracciolini. E il primo pensiero corre alle impese degli Azzurri che ieri sera hanno battuto l’Austria per la qualificazione ai quarti di finale del Campionato Europeo. E invece no. Basta chiedere ad uno degli anziani che siede sull’uscio di casa. Come mai tutto questo entusiasmo per i calciatori italiani in questo paesino del Valdarno. “No, non è per l’Italia, è per Gabriele”.

Il riferimento è a Gabriele Benedetti “enfant du pays" come dicono i francesi. Il ragazzo del paese da qualche giorno ha vestito la maglia tricolore che contraddistingue il campione italiano dei ciclisti. Il giovane Benedetti, 21 anni, ha vinto il titolo nazionale nella categoria più interessante, quella degli Under 23, porta di accesso privilegiata al mondo del ciclismo professionistico.

Non è la prima volta che Montemarciano si veste degli stessi colori della maglia di un ciclista. Era già successo nel 2009 quando il paese si tinse di giallo in onore di un altro ragazzo di casa, che pigiava forte sui pedali: Rinaldo Nocentini, che per otto giorni vestì la maglia gialla di leader del Tour de France, la corsa ciclistica più importante al mondo. Questa volta i colori sono tre, ma a Montemarciano hanno lasciato di scorta alcuni secchi di colore giallo, senza escludere il rosa. Non si sa mai. Il ragazzino promette bene.