Attualità

"Su Podere Rota il Comune è latitante"

I controlli dell'Antimafia, con sequestro di documenti, scaldano gli animi di "Terranuova in Comune": "Dall'amministrazione solo silenzio"

Il sequestro di documenti da parte del'Antimafia alla discarica di Podere Rota ha alzato un polverone in Valdarno ma, secondo il gruppo consiliare "Terranuova in Comune", chi avrebbe dovuto farsi sentire in realtà non lo ha fatto. Cioè il Comune.

"Abbiamo atteso invano, ma il silenzio assordante del sindaco di Terranuova sui rifiuti e Podere Rota è ormai cronico Neppure di fronte ad un fatto gravissimo e imbarazzante per la nostra comunità su presunte infiltrazioni mafiose negli appalti in discarica, il Comune è intervenuto. Dopo il blitz delle forze dell’ordine di qualche giorno fa si è lasciato l’iniziativa solo ad un paio di comunicati di Csaimpianti, dimenticandosi che il Comune è il socio di maggioranza della società. Oppure, come abbiamo già constatato con l’approvazione dei patti parasociali, l’abdicazione nei confronti dei soci privati è ormai una conferma. Ora anche sull’aspetto del controllo. 

Dopo il blitz delle forze dell’ordine in discarica, restano molti dubbi che non mancheremo di chiedere di chiarire in consiglio comunale. È bene rimarcare che si è trattato di un appalto per lavori al 2° e 3° lotto dell’ampliamento, dati in affidamento con procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara, quindi i partecipanti sono stati tutti invitati dalla stazione appaltante Csaimpianti - continua "Terranuova in Comune" -  Lo si evince dai documenti pubblicati sul sito della società. Non solo, in precedenza è stata fatta una indagine propedeutica funzionale alla procedura negoziata per un appalto di € 482.452,62 in cui Csaimpianti si riservava di individuare discrezionalmente i dieci o più soggetti da invitare in seguito alla presentazione di offerte, con la facoltà di integrare sempre discrezionalmente il numero dei soggetti ritenuti idonei ad eseguire i lavori.

Perché sono state scelte quelle imprese? Perché Csai non ha controllato prima? Da dove è partita l’indagine? Il 7 ottobre 2015 l’appalto è stato aggiudicato per €265.592,10 all’impresa Smeda di Matera. A dicembre 2015, con una rettifica, l’appalto passava a Italcostruzioni di Siderno (Rc) per circa € 283.000, oggetto oggi di indagini. È chiaro che la magistratura dovrà effettuare le verifiche del caso. Qualora dovessero emergere irregolarità, non ci basterà la recessione del contratto con l’impresa. Chiameremo alla responsabilità politica e amministrativa chi doveva vigilare e non lo ha fatto, specialmente perché si tratta di un settore molto delicato come lo smaltimento dei rifiuti" conclude il gruppo consiliare.