Attualità

Giorno della memoria, Mattarella premia Vannacci

Consegnata questa mattina in Prefettura la medaglia d’onore del presidente della Repubblica al sangiovannese che fu prigioniero in un lager nazista

Luciano Vannacci ha ritirato il premio per il padre Vittorio

La medaglia d’onore del presidente della Repubblica è stata conferita al sangiovannese Vittorio Vannacci, per due anni prigioniero dei lager nazisti.

La consegna del riconoscimento si è tenuta oggi, in occasione della Giornata della memoria in cui si ricorda lo sterminio degli ebrei e coloro che hanno subito la deportazione, alla Prefettura di Arezzo.

Fra i premiati da Mattarella, anche il sangiovannese di adozione Vittorio Vannacci, nato a Pistoia il 30 aprile del 1909 e internato a Neubrandemburg, Echthausen, Himmelphorten, Angelsdorf, Bonn, Hokenstei dal 19 settembre del 1943 al primo gennaio 1945.

La medaglia è stata ritirata dal figlio Luciano, residente, con la famiglia a San Giovanni. Presenti alla cerimonia anche il nipote di Vittorio, Giacomo, con i propri figli e il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi.

È stato emozionante ascoltare il racconto della prigionia e di anni difficili e dolorosi di un nostro concittadino – ha commentato il sindaco Vadi – È importante che le istituzioni organizzino manifestazioni di questo tipo per tener viva la memoria, per far conoscere la verità dei fatti. Abbiamo il dovere di condannare l’intolleranza, l’odio e l’aggressività senza riserva e lavorare ogni giorno per favorire l’accoglienza e l’inclusione”.

Gli altri premiati sono stati Mario Armandi, nato ad Arezzo il 29 aprile 1914 e internato a M. Stammlager XIII D dal 13 aprile del 1944 all’8 maggio del 1945 e Elio Rossi nato a Monte San Savino l’8 giugno del 1918 e deportato dall’8 settembre 1943 al primo giugno 1945.

"Oggi più che mai, - ha dichiarato il Prefetto di Arezzo Anna Palombi - questa giornata costituisce l’occasione per una riflessione collettiva sull’importanza del rispetto degli altri e sulla presa di coscienza che disuguaglianze, sopraffazioni e razzismo non siano solo legate a momenti storici particolari, ma strettamente connesse ai comportamenti delle persone, divenendo, in tal senso, esempio per le giovani generazioni affinché eventi tragici che hanno segnato la storia dell’Italia e dell’Europa non si ripetano”.