Era stato arrestato dai carabinieri di San Giovanni e quindi condannato dalla Procura di Arezzo ad otto anni di reclusione per traffico di stupefacenti.
Ma l’uomo – un 50enne di origini napoletane ma da tempo residente a San Giovanni – si era dato alla fuga evitando così il carcere. Aveva lasciato il Valdarno e la famiglia - moglie e una figlia piccola - per rifugiarsi ai Caraibi.
Si era sistemato a Santo Domingo dove si era perfettamente integrato, aveva aperto un’attività e si era rifatto un’altra vita con una donna del posto da cui ha avuto due figli. Era certo, così come altri latitanti italiani che avevano trovato rifugio aldilà dell’oceano, di essersi lasciato alle spalle le vicende giudiziarie. Invece l’uomo è stato catturato insieme ad altre sette persone, tra cui una donna, con capi di imputazione diversi dall’Interpol che nel corso di lunghe indagini ha rintracciato, identificato e arrestato il gruppo italiani. Malviventi che non erano in contatto tra loro ma avevano in comune la fuga ai Caraibi.
La maxi-operazione chiamata “Open World” coordinata dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) che comprende le varie forze di polizia si è conclusa con l’estradizione degli otto latitanti rientrati oggi in Italia con un volo speciale.