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La strage di Rignano e l’illusione della morte

Il misterioso significato delle parole di Einstein nel giorno in cui si ricorda il massacro avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 agosto del 1944

Il sindaco di Lorenzini alla commemorazione della strage

La morte, e quindi la fine del tempo che ci è stato dato per vivere “è solo un'illusione… per quanto tenace”. Difficile non ripensare alle parole che Albert Einstein scrisse nel marzo del 1955 alla sorella e al figlio del suo caro amico Michele Angelo Besso, mentre oggi, nel cimitero della Badiuzza a Rignano sull’Arno, si svolge la commemorazione dell’eccidio avvenuto 76 anni fa nella villa del Focardo. Strage in cui furono trucidati dai nazisti Cesarina Mazzetti, Luce e Annamaria Einstein; ovvero la moglie e le figlie di Robert Einstein, cugino del grande scienziato che portava il suo stesso cognome.

Una morte tragica, narrata da Lorenza Mazzetti, sopravvissuta alla strage del ‘44 (anche lei ora sepolta nello stesso cimitero, dopo la morte avvenuta il 4 gennaio di quest’anno) nel libro “Il cielo cade”.

Nell’agosto del 1944 le SS, per ordine di Hitler, si vendicarono in un modo orribile della fuga negli Stati Uniti messa in atto dal padre della fisica moderna, proprio per sfuggire alla persecuzione degli ebrei. Così, nella notte tra il 3 e il 4 agosto, i soldati tedeschi fecero irruzione nella villa della famiglia Einstein, a Rignano, e ordinarono a CesarinaNina’ Mazzetti di cercare suo marito Robert, che in realtà da tempo si era dato alla macchia con i partigiani.

Nina, Annamaria e Luce furono uccise a raffiche di mitra. A guerra finita, in quella stessa stanza, Robert Einstein si toglierà poi la vita sparandosi un colpo di pistola in bocca, per non sopravvivere nel dolore ai suoi cari orrendamente trucidati.

Di fronte a questa tragedia, di fronte al mistero della morte, non si può fare a meno di rifletter sulla certezza raggiunta in ultimo da Albert Einstein. Il grande scienziato, scopritore della fondamentale e complessa teoria della relatività ristretta, proprio quattro settimane prima di morire, di fronte alla scomparsa del carissimo amico ingegner Besso, scrisse parole certamente misteriose agli occhi dei comuni mortali, ma che nella mente raffinata di Einstein sembravano certificare l’esistenza di un mondo completamente diverso da quello normalmente visibile nella materia ordinaria: “Anche nel congedarsi da questo strano mondo mi ha preceduto di un poco- scrive lo scienziato riferendosi all'amico appena deceduto - Questo non significa nulla. Per noi, fisici di fede, la separazione tra passato, presente e futuro ha solo il significato di un'illusione, per quanto tenace".