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Pieve di Cascia, domani il ricordo dello “Scarpa”

La cerimonia religiosa si svolgerà alle 16.30 in memoria di Maurizio Scarpelli: il pilota di elicotteri scomparso due anni fa nella tragedia del Rutor

Maurizio Scarpelli in un momento felice con gli amici

"Grande Scarpa... voglio ricordarti così, sempre sorridente e positivo". Quella di Marco è una delle tante testimonianze che furono lasciate, due anni fa, sulla pagina social del pilota Maurizio Scarpelli, all’indomani della sua morte, avvenuta sul ghiacciaio del Rutor. Maurizio Scarpelli, solo “Scarpa” per gli amici, perse la vita insieme ad altre sei persone, nell’incidente aereo del 25 gennaio del 2019 in Val d’Aosta. Una tragedia per la quale il giudice Davide Paladino ha condannato a sei anni e otto mesi di reclusione Philippe Michel, il francese di 65 anni, pilota e istruttore di volo, accusato di disastro aereo colposo e omicidio plurimo colposo per lo scontro avvenuto fra l'aereo francese e l’elicottero pilotato dall’elicotterista di Reggello, dove aveva base la sua Eli-Ghibli Helicopter Services.

La contrazione del suo cognome “Scarpa” era molto di più di un semplice “alias” utilizzato nelle fasi concitate dei soccorsi, oppure nelle operazioni antincendio di cui Maurizio Scarpelli, 53 anni, era stato sovente un coraggioso protagonista. “Scarpa” era diventato quasi un marchio di fabbrica.

Quando un elicottero, carico d’acqua, volteggiava a bassa quota sopra il fronte del fuoco e sulle teste dei volontari, sovente da quegli uomini partiva uno sguardo in alto e una domanda preoccupata: “Ma chi c’è lassù?”. Ed era in quel momento che gli operatori a terra sentivano giungere, tra il crepitio delle fiamme, una risposta appena sussurrata: “Tranquilli… c’è lo Scarpa”.

Ora lo Scarpa non c’è più. E saranno in molti, domani pomeriggio, a ricordarlo nella Pieve di Cascia, richiamati da un breve messaggio inviato dalla sorella Nicoletta: “Per chi volesse partecipare domenica 24 gennaio alle 16.30 alla Pieve di Cascia a Reggello si terrà un momento per commemorare il mio fratellone Maurizio”. Così, semplicemente. Come avrebbe voluto il “grande Scarpa”.