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L’ex sindacalista ateo vuol salvare la chiesetta

Per anni leader della Cgil Romeo Romei “striglia” la Curia di Arezzo che lascia in stato di abbandono l’importante dipinto della cappella di Rendola

L'ingresso della chiesetta della Compagnia a Rendola

Dalle battaglie per salvare posti di lavoro a quelle per difendere i consumatori, all’impegno per tutelare i beni culturali in decadenza.

Romeo Romei è ancora una volta al fianco dei più deboli. Anche se stavolta al centro della sua battaglia – lui ateo dichiarato – c’è una chiesetta e più in particolare un importante dipinto che lì si trova ormai in stato di abbandono.

L’ex segretario della Cgil di Montevarchi e poi ai vertici di Federconsumatori se la prende direttamente con la Curia di Arezzo – “insensibile al recupero del patrimonio artistico” dice – che lascia in condizioni di degrado la Chiesetta della “Compagnia” di Rendola frazione che dalla collina si affaccia sul comune montevarchino.

In un lungo post su facebook, Romei ricorda la storia dell’edificio sacro – oggi in cattive condizioni così come l’altra chiesa della località intitolata a San Donato – che in passato è stato un punto di riferimento degli abitanti del borgo nonostante fossero quasi tutti comunisti.

Nel piccolo edificio sacro – scrive Romei – “è “custodito” si fa per dire, un dipinto che si rivela come uno dei più interessanti realizzati dal pittore montevarchino Michelangelo Vestrucci, un artista (1569 – post1634) pittore nella Firenze dei Granduchi, operante soprattutto nel Valdarno superiore nella prima metà del XVII secolo e del quale ricorrono quest’anno i 450 anni dalla nascita. Il dipinto in oggetto, in pessime condizioni di conservazione, abbandonato in terra, rappresenta l’ "Allegoria dell’Immacolata Concezione con la Sibilla Persica e la Sibilla Libica", fu realizzato per la Compagnia omonima annessa alla chiesa di San Donato a Rendola e nel 1805 venne inserito in una nuova mostra d’altare fatta realizzare dai confratelli della Compagnia. Se nessuno interviene urgentemente sicuramente il dipinto andrà definitivamente perduto e - sottolinea richiamando ai suoi compiti la diocesi - sarà responsabilità di coloro che ne hanno la custodia e cioè la Curia di Arezzo”.

Romeo Romei conclude il suo intervento con una considerazione e un appello: “Un paese è più vivo se ha la Sua Chiesa (ovviamente non con il prete o con messe giornaliere o settimanali) soprattutto è più ricco spiritualmente se riesce a salvaguardare i capolavori tramandati dagli antenati. Da qui l’appello da parte di un ateo che pur non abitando più a Rendola, li ha le sue radici è da sempre impegnato per la valorizzazione di questo piccolo ma bel paese toscano”.