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Montevarchi e la pistola alla tempia del poeta

L’episodio, avvenuto a Moncioni, è stato raccontato in una intervista al poeta e senatore a vita Mario Luzzi, che ora viene ripubblicata in un libro

Mario Luzi, poeta e senatore a vita

Dopo molti anni riemerge in un libro di Mario Lancisi (I folli di Dio, edizioni San Paolo) un episodio vissuto nei pressi di Montevarchi dal poeta e senatore a vita Mario Luzi. In appendice al libro di Lancisi viene infatti riportata un'intervista che Luzi aveva rilasciato allo stesso giornalista e scrittore toscano. Per rispondere ad una domanda sul significato della morte, il poeta rievocò in quell’ocasione un episodio avvenuto "nelle campagne sopra Montevarchi", probabilmente si riferiva alla località di Moncioni, dove abitava uno zio di sua moglie: l’insegnante Elena Monaci. E a Moncioni si era rifugiato Mario Luzi durate la seconda guerra mondiale. Proprio durante la permanenza in Valdarno nacque il suo unico figlio, Gianni, che venne alla luce il 17 ottobre 1943. Addirittura, per complicazioni seguite al parto, Elena rimase circa due mesi ricoverata all’ospedale a Montevarchi.

«Momenti di pericolo per la mia vita ne ho passati diversi – racconta il poeta nel corso dell’intervista a Lancisi – Per esempio durante la guerra, nel 1943. Io ero rifugiato nelle campagne sopra Montevarchi, quado fui sorpreso da una pattuglia delle SS che mi intimò di sgombrare la casa dove ero stato ospitato. Io risposi: “non lo farò mai questo, mi opporrò come posso”. Fu a quel punto che un colonnello tedesco estrasse fuori la pistola e me la puntò alla tempia. Ma io rimai impassibile, fermissimo nel mio diniego. Fu probabilmente questa fermezza a disarmare il colonnello che diede il contrordine alla pattuglia di andarsene via. E così io me la scampai».

La morte raggiunse invece Mario Luzi il 28 febbraio 2005, quando ormai aveva superato i 90 anni. Ai funerali solenni, che si svolsero il 2 marzo, partecipò il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Alla memoria di Luzi è stata posta una lapide nella basilica di Santa Croce a Firenze, tra le spoglie dei grandi della storia tra i quali Michelangelo Buonarroti, Vittorio Alfieri, Galileo Galilei e il cenotafio di Dante Alighieri.