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Defibrillatore sotto casa, salvato dai parenti

Seguendo le indicazioni fornite dal 118 è stato possibile prestare cure tempestive all’uomo colto da problemi cardiaci, in attesa del soccorso medico

Un defibrillatore che si può utilizzare in caso di necessità

La rete dei defibrillatori diffusa sul territorio ha salvato un uomo colto da un problema cardiaco. È successo lunedì 27 luglio a Marcatale Valdarno. Tutto iniziava alle ore 23,27 quando veniva allertata la centrale operativa del 118 dai parenti di un umo di 76 anni, il quale accusava un dolore toracico e malessere. Mentre un operatore della centrale inviava un’automedica e un’ambulanza, l'altro infermiere rimaneva in contatto con i parenti, che riferivano un peggioramento delle condizioni del paziente. A questo punto l'operatore consultava la mappa dei defibrillatori della provincia e quindi invitava uno dei parenti a prendere quello ubicato proprio sotto la loro abitazione. L’apparecchio veniva prelevato velocemente ed applicato al paziente nel giro di pochi secondi. Questo ha permesso allo strumento di diagnosticare immediatamente un problema cardiaco e di risolverlo con poche semplici manovre eseguite dal parente sotto la guida dell'infermiere della centrale operativa. Dopo circa un minuto sono arrivati i soccorsi sanitari e il paziente è stato intubato ed accompagnato all'ospedale San Donato di Arezzo dove ha eseguito una coronarografia. Risolto il problema cardiaco l'uomo è stato poi ricoverato in rianimazione per proseguire le cure. Quindi, in poco più di un'ora, un paziente il cui cuore si era arrestato, è giunto in ospedale ed ha ricevuto la terapia adeguata.

“Un evento che si è concluso positivamente grazie alla collaborazione tra cittadini e ed il nostro personale dell’emergenza e che deve essere di esempio e stimolo per il futuro - dichiara il dottor Massimo Mandò, dirigente del servizio 118 della Usl Toscana Sud Est “Questo evidenzia ancora una volta quanto la "macchina" Arezzo Cuore sia fondamentale per la gestione del paziente critico cardiopatico: la presenza di più di mille defibrillatori sul territorio aretino gestiti e censiti dalla Centrale Operativa 118, in stretta collaborazione con tutte le Associazioni di Volontariato presenti sul territorio, permette non solo di salvare delle vite, ma anche di far in modo che i paziente sopravvivano privi di lesioni secondarie alla mancanza di ossigenazione cerebrale”.

“È un traguardo importante - conclude Mandò - che va mantenuto e superato aumentando sia il numero dei defibrillatori che del personale formato all'utilizzo del defibrillatore. Ad oggi sono 4000 le persone territorio formate e preparate all’utilizzo di questi macchinari, che sempre di più si rivelano fondamentali per il primo intervento cardiaco”.