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Arno, argine rovinato dagli animali selvatici

Il problema scoperto grazie al taglio di erbacce e arbusti: il Consorzio di Bonifica riesce così a salvare l’opera di epoca leopoldina nell’area Peep

L’argine dell’Arno era un colabrodo, pieno di cavità e cunicoli che lo avevano reso fragile e poco compatto. A ridurlo così erano stati gli animali selvatici che nascosti dalla vegetazione avevano lavorato indisturbati. Solo l’opera del taglio di erbacce ed arbusti programmato dal Consorzio di Bonifica ha permesso di scoprire il danno arrecato all’opera di epoca leopoldina all’altezza del quartiere Peep di Montevarchi.

Portata via la vegetazione durante l’intervento di manutenzione e scoperte le condizioni dell’argine che per la poca resistenza rischiava di franare, si è passati al suo consolidamento.

“La precoce individuazione e l’immediata riparazione del problema per una estensione di circa 50 metri lineari – spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, responsabile del Consorzio per l’area valdarnese – ha permesso di consolidare l’arginatura. Se non avessimo programmato questo intervento di manutenzione, l’opera sarebbe stata esposta a franamenti e danneggiamenti progressivi sempre più estesi, cosa che avrebbe contribuito ad aggravare il rischio idraulico su un territorio fortemente urbanizzato”. Così, attraverso un’operazione accurata di demolizione e ricostruzione, la struttura ha riconquistato la sua originale compattezza e funzionalità.