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Nessun dolo, incendio colposo nella fabbrica di Valentino

Relazione dei vigili del fuoco consegnata alla Procura: il fuoco è stato scatenato dalla combustione di polveri di lavorazione

Il fascicolo aperto dal pubblico ministero Marco Dioni era per incendio colposo. E i risultati degli accertamenti dei Vigili del fuoco hanno confermato la validità della direzione data fin da subito dalla Procura di Arezzo alle indagini: il rogo che ha distrutto il calzaturificio di Valentino a Levane non è collegato a un gesto intenzionale, doloso, ma è stato causato dalla combustione di polveri di lavorazione

I vigili del Fuoco di Arezzo hanno consegnato ieri il rapporto conclusivo al Pm. Secondo quanto si apprende, le fiamme sono state originate da scintille partite nell’area dove si trovavano depositate le polveri di lavorazione del calzaturificio, fiamme che - nella notte tra il primo e il 2 aprile – si sono poi diffuse in tutto lo stabilimento dell’area industriale di Levane, distruggendolo completamente.

Proseguono intanto le indagini per accertare le cause del rogo che nella notte tra il 9 e il 10 aprile ha parzialmente distrutto il capannone – sempre in via Valiani nell’area industriale della frazione di Bucine – della Lem Industries: in questo caso il fascicolo aperto è per incendio doloso.