Attualità

1 Maggio senza cortei ma con la forza degli ideali

Festa del Lavoro: iniziativa di Cgil, Cisl e Uil provinciali di fronte ai capannoni distrutti dalle fiamme nell’area industriale di Levane

Un momento del presidio dei sindacati nell'area industriale di Levane

Un Primo Maggio diverso. Senza manifestazioni e senza bandiere. Ma con idee e ideali. I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno celebrato questa mattina la Festa del Lavoro – in forma ridotta per le restrizioni Covid - di fronte alle macerie bruciate degli stabilimenti Valentino Shoes e Lem nell’area industriale di Levane, nel comune di Bucine, andati a fuoco all’inizio di aprile. Un luogo simbolico per commemorare il Primo Maggio segnato dalla pandemia e dall’assenza di pubblico e manifestanti e sotto lo slogan “L’Italia si cura con il lavoro”.

"Siamo qui perché queste aziende hanno subito notevoli danni e noi vogliamo rimarcare i valori del lavoro, della solidarietà e della legalità - ha affermato Alessandro Mugnai, segretario Cgil durante il presidio - La crisi economica e la pandemia hanno reso particolarmente grave la situazione del Valdarno e dell'intero Paese. Adesso si sono aggiunti i rischi derivanti dalla presenza della malavita organizzata. La reazione deve essere unita e dell'intera società. Noi ci siamo".

Ettore Farinelli, segretario provinciale della Uil, ha sottolineato le difficoltà dei lavoratori della Lem e della Valentino, le due fabbriche recentemente danneggiate da incendi su cui sono in corso indagini della Procura per accertarne l’origine. "Siamo qui anche per loro e per i dipendenti della Bekaert di Figline (su cui è in corso una difficile vertenza, ndr). Sono molte, troppe, le aziende che in questa vallata vedono la messa in discussione dei posti di lavoro".

Silvia Russo, segretaria provinciale della Cisl affrontando le varie tematiche – anche legate all’emergenza Covid - che riguardano il settore dell’occupazione e le condizioni di tanti lavoratori ha aggiunto che "il 1° maggio deve essere una festa per tutti. Non avrebbe dovuto essere necessario uno sciopero per rimarcare i diritti di donne e uomini che sono rimasti sempre al lavoro, più esposti di altri e che le istituzioni hanno prima lasciato senza vaccini e ora costretto a lavorare anche il 1° maggio".