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Niente industrie? Allora Bekaert bonifichi l’area

Dopo un ulteriore no della multinazionale belga, la Fiom e la sindaca Mugnai aprono il secondo tempo della partita sullo stabilimento abbandonato

Lo stabilimento Bekaert di Figline

“Se non vi sarà la reindustrializzazione, Bekaert è tenuta alla bonifica dell'area”. La Fiom Cgil apre ufficialmente il vaso di Pandora della complicata bonifica dello stabilimento di Figline, conosciuto come “ex Pirelli”. Nelle settimane scorse anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, aveva accennato alla necessita di incontrarsi quanto prima con la sindaca di Figline Incisa per affrontare il tema della bonifica delle aree interessate a vario titolo dalla produzione industriale di oltre mezzo secolo.

Ora che la partita con Bekaert sembra completamente chiusa, si apre ufficialmente il secondo tempo. Secondo il sindacato e le istituzioni la multinazionale deve essere chiamata a bonificare l’area da un punto di vista ambientale. Cosa significhi realmente e quali spese comporti questa operazione, è ancora tutto da chiarire.

Anche la sindaca Mugnai pare intenzionata a giocare la carta della bonifica. Oggi, proprio al termine dell’incontro dal Ministero dello Sviluppo Economico per la vertenza Bekaert, ha riproposto ufficialmente la questione. Così, dopo avere chiesto nuovamente al Governo “un impegno anche sulla reindustrializzazione del sito, importante per garantire un futuro in termini di sviluppo economico del territorio” la sindaca di Figline Incisa ha precisato che “A fine incontro, mi sono confrontata con il presidente Giani per approfondire sia la possibilità di reindustrializzazione del sito sia la necessità di effettuare un monitoraggio sull’area dello stabilimento, per tutelare il territorio dall’impatto urbanistico e ambientale che il suo abbandono comporterebbe”. Chissà se in Belgio sanno ben tradurre dall’italiano, e anche interpretare dal politichese, questa frase ripetuta più volte dal sindacato, dalla Regione e dal Comune.