Politica

Cercansi assessore, spaccatura tra liste Raspini

I dissidenti dall’ex vicesindaco vanno con Pizzarotti e chiedono l’incarico in giunta per Filippo Neri. Si complica la tenuta della maggioranza

Filippo Neri, consigliere comunale, potrebbe diventare il nuovo assessore

Fra i tre consiglieri “raspiniani” presenti nel Consiglio Comunale è ormai spaccatura evidente. Il gruppo che fa capo a Filippo Neri (eletto nella lista ‘raspiniana’ denominata Figline Incisa in Comune) si è staccato dal resto della compagnia costituendo una formazione politica che si ispira all’esperienza nazionale di Pizzarotti. Proprio Alessandro Camiciotti, coordinatore di “Italia in Comune” a Figline Incisa ha annunciato la costituzione del gruppo autonomo all’interno dell’assemblea consiliare figlinese.

Lo stesso Camiciotti, che si era candidato come consigliere (poi non eletto) a sostegno di Raspini, ora usa parole dure nei confronti dell’ex vicesindaco dimissionario, anche per la scelta del nuovo assessore “È opportuno che si sappia che da parte nostra nessuna scelta potrà essere espressione della volontà di Daniele Raspini, come pervicacemente si è cercato di sostenere e ancora si sostiene”

Per quanto riguarda la scelta del nuovo assessore è chiaro che il neonato gruppo consiliare di Italia in Comune punta direttamente su Filippo Neri. “La situazione ancora langue” dice Camiciotti, ma invia un messaggio piuttosto chiaro al resto della maggioranza: “Non essendo nostra intenzione provocare squilibri” – come dire, per il momento si regge la maggioranza – siamo disponibili “a proseguire un proficuo e risolutivo dialogo mirato ad individuare un altro candidato che comunque sia espressione della nostra compagine”. Insomma: o il nuovo assessore lo fa Neri, oppure un altro dei nostri.

E il resto della maggioranza cosa dice? E cosa faranno i consiglieri Ciucchi e Gabrielli? Accetteranno senza fiatare le rivendicazioni dei loro ex compagni di cordata raspiniani?

Per la maggioranza che sostiene Giulia Mugnai la scelta del nuovo assessore è una bega in più, perché, in vista dell’approvazione del bilancio, non può permettersi di perdere per strada nemmeno un voto.