Attualità

Tre Comuni alla Corte costituzionale per il gas

Sollevata una questione di legittimità riguardo alla fase di rinnovo della concessione. Il problema riguarda Montevarchi, Cavriglia, Figline e Incisa

Una seduta della Corte Costituzionale

I Comuni di Montevarchi, Cavriglia, Figline e Incisa aspettano il giudizio che arriverà dal Palazzo della Consulta, per mettere fine ad una questione normativa che si trascina dal 2018. Sembrava che il problema dovesse risolversi con un semplice arbitrato. Invece la faccenda burocratica si è ulteriormente complicata.

Tutto è nato nella cosiddetta fase transitoria della procedura per il rinnovo delle concessioni per la distribuzione del gas naturale nei comuni, visto che era in scadenza l’accordo stipulato nel 2014. I consueti tempi procedurali questa volta si sono dilatati, perché nel frattempo è stata introdotta la cosiddetta gara d’ambito.

Il problema è sorto proprio in questa fase transitoria: così come prevede la legge (che ora sarà oggetto della valutazione della Consulta) il vecchio concessionario ha continuato comunque il servizio, in attesa della nuova gara, chiedendo però una riduzione del canone a suo tempo pattuito.

Invece i Comuni di Montevarchi, Cavriglia, Figline e Incisa non hanno accettato la proposta, nella convinzione che “sia gli accordi contrattuali stipulati, sia la vigente normativa di legge, non consentono di accettare soluzioni transattive che contemplino l’ipotesi di una riduzione del canone pattuito”.

Per trovare una soluzione si è quindi deciso di ricorrere ad una normale procedura arbitrale. Tutto risolto? Niente affatto: a questo punto il collegio arbitrale ha sollevato la questione di legittimità costituzionale su quanto prevede l’articolo 1 (comma 453 della legge 232/2016) circa l’obbligo del concessionario di corrispondere il canone originario anche nel periodo successivo alla scadenza della concessione e fino al subentro del nuovo gestore del servizio. Di fatto il collegio arbitrale ha sospeso il giudizio e ha trasmesso gli atti alla Corte costituzionale.

A questo punto il Comune di Figline e Incisa “anche a seguito di incontri con gli altri Comuni coinvolti” ha affidato l’incarico ad un avvocato “per intervenire nel giudizio davanti alla Corte costituzionale”.