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Sindacato scrive sulla e-mail aziendale, è guerra

Lavoratori dell’Ospedale nei guai per una comunicazione sindacale fatta pervenire ai colleghi sul recapito aziendale. Polemiche e battaglie legali

Quattro delegati sindacali dell’Azienda Sanitaria rischiano un provvedimento disciplinare. Nei loro confronti si esprimerà la commissione di disciplina convocata il 24 settembre. La notizia è stata resa nota da un comunicato stampa diffuso da Cobas Pubblico Impiego USL Toscana Centro nel quale viene spiegato che “la sigla sindacale Cobas con propria casella di posta elettronica ha inviato informative ai lavoratori indirizzandole sul loro recapito aziendale, tale modalità non è consentita nella Usl toscana centro”. Secondo quanto riferito dallo stesso sindacato, la Asl sosterrebbe la tesi secondo la quale l’invio della email “distoglie dalla propria attività lavorativa gli operatori, configurandosi come abuso”.

La questione non è nuova e ruota intorno ad una sentenza della Cassazione (Ordinanza n. 16746/2019) secondo la quale è ritenuto legittimo l’utilizzo di mail aziendale per comunicazioni sindacali, nella misura in cui questo non turbi il normale svolgimento dell’attività aziendale. Nella cosiddetta fattispecie concreta la Cassazione aveva giudicato antisindacale la condotta del datore di lavoro che aveva stabilito un divieto assoluto di utilizzo della mail aziendale. Vedremo ora quali decisioni verranno prese in merito ai fatti accaduti nell’azienda sanitaria che riguarderebbero anche rappresentanti sindacali impegnati all’Ospedale Serristori di Figline.

Particolarmente dura la nota sindacale dei Cobas che parla di “atto grave di repressione delle libertà sindacali compiuto ai danni questa volta di delegati Rsu e Rls che secondo prerogative previste per legge possono svolgere attività di comunicazione, informazione e tutela ai lavoratori”.

“Tra l'altro l'informativa, la comunicazione, l'esercizio delle tutele e rappresentanze sono un fatto importantissimo soprattutto in una USL che è di 5000 kmq che ha oltre 14 mila lavoratori, 13 ospedali, 220 strutture territoriali, 8 zone distretto, 7 Società della Salute”.

Lo stesso comunicato afferma che “I delegati Rsu cobas P.i. a cui l'azienda intenta questa ignobile farsa sono tra i più impegnati nella difesa dei diritti dei lavoratori e delle prerogative sindacali: non si processa il sindacato perché fa il suo lavoro. Pertanto la vicenda non riguarda solo una parte della Rsu ma riguarda l'insieme del mondo sindacale, del lavoro, della democrazia e delle libertà sindacali”.

Non accetteremo nessuna procedura conciliativa, nessun patteggiamento, nessuno scambio e soprattutto non smetteremo di fare sindacato dalla parte dei lavoratori” conclude la nota del sindacato.