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Serristori, il Comitato lotta a fianco dei Cobas

“Vogliamo fermare il declassamento dell’ospedale di Figline". In vista dell’incontro del 22 giugno l'associazione è pronta a riprendere la protesta

Clara Mugnai, del Comitato, con Andrea Calò (Cobas)

“Il Comitato per il Serristori è pronto a riaccendere la lotta a fianco del sindacato Cobas per non far declassare l’Ospedale di Figline”. Questo il messaggio che arriva dall’associazione che dal 1995 si batte contro il continuo impoverimento del presidio ospedaliero valdarnese, in attesa dell’incontro che i sindaci del Valdarno fiorentino avranno con i rappresentanti del sindacato Cobas, fissato per il 22 giugno. “Aspettiamo l’esito dell’incontro – afferma Clara Mugnai, una dei fondatori del Comitato per il Serristori – al momento dobbiamo registrare ancora una volta che la Regione e il Comune non hanno mantenuto le promesse fatte. Sono riusciti persino a non rispettare quei Patti che non solo avevano scritto, ma anche firmato a nome e per conto delle istituzioni che rappresentano: esiste qualcosa di più scorretto sul piano politico? Purtroppo questo è il comportamento che è stato tenuto da oltre un quarto di secolo. Vediamo ora cosa verrà fuori dall’incontro del 22 giugno. Di sicuro, se non arriveranno risposte convincenti, noi continueremo la nostra lotta in piazza, la stessa che finora è riuscita ad impedire la totale chiusura dell’ospedale, già programmata dalla Regione all’inizio degli anni Novanta”.

“I voltafaccia della politica non ci spaventano – ribadiscono dal Comitato - le retromarce dei politici dopo il voto alle comunali del 2019, e anche l’attuale dietrofront che segue il voto regionale del 2020, fanno parte del solito gioco. Da certi politici non ci aspettavamo né qualcosa di diverso, né qualcosa di meglio. Si sa: prima sono tutti bravi a promettere, poi sono rapidissimi a cambiare idea. D’altra parte siamo di fronte ad una classe di amministratori che chiacchiera parecchio, ma poi compiccia poco, basta vedere come è finita con la Bekaert: parecchi discorsi e poca sostanza”.