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“Padre Pelle”, l’ultima passeggiata verso il cielo

Dolore per la scomparsa del francescano Ludovico Pellegrini, per molti anni insegnante all’istituto Ficino. Era amato da tutta la popolazione

Padre Ludovico Pellegrini in una delle sue passeggiate

In una rarissima intervista rilasciata a "Il Valdarno", Padre Pellegrini raccontò il suo avventuroso ritorno, da studente, al convento dei Capuccini di Figline. Erano gli anni della guerra, piovevano le bombe e il giovane Ludovico, che era partito dal suo paese nel grossetano, fini il suo viaggio verso il Valdarno dentro il cassone di un camion, utilizzato come mezzo di fortuna. Ma più che la paura di quei momenti, il frate amava raccontare lo strano finale di quel viaggio avventuroso: “Ad un certo punto mi accorsi che ero completamente bianco, e solo quando scesi dal camion mi resi conto che trasportava sacchi di farina”. Un racconto che, riletto oggi, riflette pienamente il carattere ironico, arguto e spiritoso di padre Ludovico Pellegrini.

Il frate francescano, così amato dalla popolazione figlinese, questa volta non è riuscito a superare questo periodo storico altrettanto triste e luttuoso. “Padre Pelle”, come lo chiamavano i suoi tantissimi studenti, è morto la scorsa notte all’ospedale Serristori, all’età di 91 anni.

Insegnante di Lettere per intere generazioni, era rimasto nel cuore di tutti per la sua cultura, la semplicità d’animo e anche per il suo innato gusto per le battute. “Una volta gli chiesi se avesse mai voluto diventare Papa – ricorda commosso Enrico Venturi, responsabile FdI - e con la sua solita ironia mi rispose di no, perché non sarebbe venuto bene in televisione”.

Padre Pellegrini era nato a Semproniano, in provincia di Grosseto, ma era figlinese fin dentro l’anima. Non solo per i suoi lunghi anni di insegnamento iniziati all’Istituto Marsilio Ficino nel 1962, ma anche e soprattutto per la sua empatia e capacità di comunicare con tutta la popolazione. Instancabile camminatore, nelle sue lunghe passeggiate si soffermava spesso a parlare con le persone che incontrava, informandosi, dispensando consigli e scambiando l’immancabile battuta di spirito che rendeva più leggero qualsiasi problema.

Uomo di lettere e di profonda cultura, Padre Pellegrini con il passare del tempo si era dato il compito raccogliere le memorie del convento figlinese. Fino all’ultimo è stato assistito da una memoria formidabile: dei suoi innumerevoli studenti ricordava tutto: episodi di vita scolastica, volti, nomi e anche i soprannomi. Per ognuno aveva un aneddoto, una storia, un ricordo particolare. In molti oggi lo piangono, accompagnando il dolore per la sua scomparsa con la memoria di quei momenti di serena gioiosità che il “frate del sorriso” gli aveva regalato.