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Lo “spingitubo” è in azione, poi avremo più acqua

In via Pertini a Figline è stata adottata una speciale tecnica di posa in opera della tubazione per sottopassare fiumi e grandi arterie in poco tempo

Lavori di posa in opera del nuovo tubo in via Pertini

I lavori attualmente in corso per potenziare l'acquedotto di Figline e Incisa Valdarno vengono portati avanti adottando la cosiddetta tecnica dello “spingitubo”. Si tratta di una metodologia di intervento già utilizzata anche su opere di maggiori dimensioni ad esempio per alcuni tratti dell’Emissario in Riva Sinistra d'Arno di Firenze, il grande collettore fognario che dal 2014 porta a trattamento i reflui della porzione di città in riva sinistra del fiume.

La tecnica dello “spingitubo” consente di “sotto-attraversare” ostacoli importanti come fiumi o grandi arterie viarie senza minimamente impattare sulla loro efficienza e con un notevole risparmio di tempo.

Con questa metodologia a Figline si sta mettendo in opera un investimento di 250 mila euro per migliorare ulteriormente il servizio. L’intervento sull'acquedotto del Comune di Figline e Incisa Valdarno riguarda in particolare via Sandro Pertini. Si tratta di lavori fondamentali per migliorare l'approvvigionamento idrico in quanto, una volta terminati, metteranno a disposizione dei cittadini una seconda linea di alimentazione a favore di tutto il paese e questo consentirà di garantire una pressione in rete più costante con una conseguente migliore gestione dei serbatoi di San Biagio e del Cassero.

Si tratta di un investimento, economico e tecnologico importante, in quanto permette l’interramento e la posa in opera di una particolare tubazione DN 600 in acciaio (60 centimetri di diametro rivestito in polietilene) e della tubazione in polietilene DN 355 (diametro di 35,5 centimetri) da esso contenuta e protetta.

La fine dell'intervento con la messa in esercizio delle due tubazioni è prevista per la fine del 2020