La mozione sulla tecnologia 5G era stata presentata nel parlamentino del Comune di Figline e Incisa da Laura Orpelli, gruppo consiliare Partito Democratico (insieme al collega di maggioranza Umberto Ciucchi). Il documento in discussione "Dotazione di strumenti preventivi per la limitazione, il monitoraggio e la gestione della rete telefonica con tecnologia 5G” era stato successivamente ritirato durante la discussione in aula, perché nel frattempo dirottato alla commissione sanità, la quale avrebbe dovuto approfondire le tematiche in discussione. Problemi sollevati soprattutto dal comitato “Stop 5G Valdarno” che intendeva fare pressione sui sindaci, in quanto responsabili della salute dei cittadini “per richiedere la sospensione ed il rifiuto della fase sperimentale 5G su tutto il territorio comunale al fine di tutelare la salute pubblica”.
Secondo il comitato “Stop 5G Valdarno” all’inizio di giugno erano oltre 400 i Comuni d’Italia “in cui sono stati ufficialmente approvati atti Stop 5G, per la sospensione, la moratoria e la precauzione”.
Ma ora tutto cambia poiché all’articolo 38 del decreto Semplificazioni, varato dal Governo anche per accelerare l'innovazione digitale, è scritto chiaramente che i sindaci non potranno introdurre limitazioni al 5G sul loro territorio. In base alle previsioni contenute nel i sindaci dei comuni "non potranno introdurre limitazioni alla localizzazione sul proprio territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualunque tipologia e non potranno fissare limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici diversi rispetto a quelli stabiliti dallo Stato".
Il 5G è uno standard di nuova generazione che presto andrà a sostituire il 4G e sarà a bordo degli smartphone di nuova generazione permettendo quindi molte più connessioni in contemporanea, con maggiore velocità.