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Edo Mugnai riscopre il “1 maggio” in bianco e nero

Vecchie immagini: dal ballo in Cesto al pranzo in pineta al Palagio. Per una volta le vecchie tradizioni colmano la festa che quest’anno non ci sarà

Primo maggio negli anni Quaranta, i Boghigiani in pineta

Quello targato 2020 resterà nella storia perché, per la prima volta dal dopoguerra, sarà un Primo maggio senza una festa condivisa. Allora le immagini riscoperte dal fotografo Edo Mugnai assumono un valore di testimonianza, che va oltre la nostalgia e la semplice curiosità. Sono vecchi scatti, in bianco e nero, che raccontano l’atmosfera e il sentimento dei figlinesi, dai primi anni successivi al secondo conflitto mondiale fino agli anni Settanta: la tradizionale festa in Cesto, i balli, il fiasco di vino sempre esibito come simbolo di un’allegria ritrovata. Gli “Stecchigini” e i “Borghigiani” raggruppati in pineta e al Palagio; i giovani comunisti col fazzoletto rosso al collo; la sfilata dei lavoratori in piazza Marsilio Ficino; i sorrisi e gli abbracci; volti noti e sconosciuti. Nelle fotografie raccolte da Edo Mugnai c’è un pezzo della storia di Figline che rimbalza da un primo maggio all’altro. È come se le vecchie tradizioni colmassero, per un giorno, la festa che non c’è.

Questa raccolta è un’altra medaglia simbolica che Edo Mugnai si può appuntare orgogliosamente sul petto. Il suo lavoro certosino di ricerca, che si svolge tra vecchie cantine e soffitte polverose, è un prezioso recupero di immagini che vanni ad arricchire l’archivio storico del Circolo Fotografico Arno, che, non a caso, è entrato a far parte del “Censimento delle raccolte fotografiche in Italia”, ente curato e gestito dal Ministero per i Beni culturali. Anche per questo Edo Mugnai, nel 2018, è stato insignito del Premio Bambagella: massima onorificenza che la città di Figline attribuisce al personaggio che si è particolarmente distinto nella sua attività.