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Bancarotta riscossori, Comune vince il primo round

L’Amministrazione municipale era parte offesa nel procedimento. Gli imputati condannati al pagamento di una provvisionale di 60.000 Euro, più le spese

Il procedimento penale aveva preso il via nel febbraio del 2018 con un avviso pubblicato sui maggiori quotidiani italiani e sul sito del Tribunale di Milano, con il quale veniva fissata l’udienza preliminare per una causa penale che vedeva come imputato gli amministratori di due società concessionarie del servizio di riscossione tributi, titolari di contratti stipulati con almeno 800 enti pubblici italiani, tra i quali figurava anche il Comune di Figline e Incisa Valdarno. Il procedimento penale era stato avviato con l’acciusa di bancarotta, omessa vigilanza, distrazione e dissipazione del patrimonio delle stesse società in fallimento.

Successivamente il Comune di Figline e Incisa Valdarno era stato individuato dallo stesso pubblico ministero, durante la fase di richiesta di rinvio a giudizio, come parte offesa nel procedimento avviato a Milano. A quel punto il Comune di Figline e Incisa Valdarno si era costituito parte civile ai fini di ottenere la condanna degli imputati al risarcimento dei danni subiti “ovvero al rimborso delle somme non riscosse, oltre agli interessi dalla mancata corresponsione al saldo, nonché il risarcimento dei danni di immagine derivanti dal suddetto reato, oltre interessi maturati come da convenzione”.

Con la sentenza pronunciata dal Gip del Tribunale di Milano, dottor Guido Salvini, tra le varie decisioni prese dal Giudice delle indagini preliminari, vi era anche la condanna “alla pena di anni tre e mesi otto di reclusione” degli imputati e al pagamento di una provvisionale di €. 60.000 e delle spese per €. 5.646,79 a favore del Comune di Figline e Incisa.

Ora i soggetti coinvolti nella vicenda hanno proposto appello avanti la Corte di Appello di Milano, affrontando anche la questione relativa al diritto al risarcimento al Comune valdarnese, presentando la richiesta di sospensione della provvisionale.

A questo l’Amministrazione comunale di Figline e Incisa ha ritenuto necessario “resistere in giudizio nella trattazione dell'appello ai fini della difesa dell'ente, con riferimento agli aspetti civilistici della sentenza” per cui ha approvato, proprio in questi giorni, gli atti necessari al fine di incaricare un legale allo scopo di “resistere in giudizio nella trattazione dell'appello avanti la Corte di Appello di Milano”.