Attualità

Disagi pendolari Valdarno, se ne parla in Regione

Il consigliere della Lega Casucci raccoglie le proteste degli utenti e presenterà un’interrogazione sulle insostenibili condizioni di viaggio

I pendolari del Valdarno non ne possono più. Tra ritardi, frequenti guasti ai treni, convogli fermi per consentire il passaggio dei FrecciaRossa – i cosiddetti inchini – arrivare a Firenze dalla vallata ogni giorno è un’impresa. L’ennesima protesta di Maurizio Da Re, portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, è stata raccolta dal consigliere regionale della Lega Marco Casucci che presenterà un’interrogazione alla Regione per sostenere “le ragioni dei pendolari del Valdarno. Da strenuo difensore degli utenti tartassati, non posso rimanere inerme difronte al grido d'aiuto lanciato dal Comitato pendolari circa le condizioni definite "insostenibili" sulla tratta Direttissima sul servizio regionale. Le condizioni di viaggio dei pendolari sono ormai diventate inaccettabili, continuamente ci arrivano segnalazioni dal territorio, fra guasti, ritardi, deviazioni – sottolinea Casucci - I pendolari ci dicono anche che con il nuovo orario di metà dicembre è addirittura prevedibile un peggioramento delle attuali già disastrose condizioni, perché verranno inseriti nuovi treni Alta Velocità sulla Direttissima che avranno la precedenza sul traffico regionale destinato a subire ulteriori, quotidiani ritardi".

A fronte di tutto ciò, come spiega Da Re, non si prevede nessun intervento per migliorare la situazione né l’arrivo di nuovi treni “col nuovo contratto di servizio, valevole fino al 2033, che la Regione sta per firmare, ma addirittura è prevedibile un peggioramento col nuovo orario di metà dicembre, con possibili nuovi treni Alta Velocità inseriti sulla Direttissima".

Il presidente della Regione Rossi e l’assessore ai trasporti Ceccarelli – conclude il portavoce del Comitato Pendolari Valdarno “si informino meglio, altrimenti rischiano di farsi prendere in giro da Ferrovie, e i pendolari se la prenderanno con loro perché non tutelati dalla Regione”.