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Viola Club Valdarno, la prima festa è un successo

Nel campo sportivo di Faella tanti tifosi valdarnesi della Fiorentina si sono dati appuntamento per una serata densa di motivi culinari, e non solo

A Faella la prima festa del Viola Club Valdarno

È stato impossibile non farsi coinvolgere dal colore, e dal calore, della prima festa del Viola Club Valdarno. Nel campo sportivo di Faella la comunità gigliata valdarnese si è ritrovata la sera di sabato (1° febbraio) per il primo rito collettivo. L’appuntamento - che si è svolto nel territorio storicamente marcato dal Violaclub Faella 1981- è arrivato subito dopo la parentesi imposta dal lockdown, e si è riallacciato idealmente (pur ad una distanza temporale di sei mesi) alla cerimonia fondativa d’inizio febbraio, che si era svolta al palazzetto di Reggello, laddove i club del Valdarno si erano finalmente riuniti alla presenza di Commisso, Antognoni e di altre icone viola, tipo Cutrone, Vlahovic e Milenkovic.

Come succede nei film western, quando la colonna di fumo di un bivacco segnala inequivocabilmente una presenza umana nella prateria, anche l’aromatica colonna di fumo che ieri si alzava dal campo sportivo di Fella era il segno visibile di un popolo (viola) in festa. La grande macchina dell’arrosto, quasi un’invenzione leonadiana, girava senza sosta per garantire a tutti i presenti il buon fine della “Sagra del tortello e dell'arrosto girato”. Più che comprensibile, quindi, il "sold out" dell’iniziativa. L'incasso della serata – come recitava diligentemente il testo d’invito – servirà per comprare “materiale didattico ai piccoli tifosi viola delle scuole del territorio”.

Quella di Faella è stata una serata bella e variegata, che è valsa pienamente il biglietto di prenotazione. Fra tanti vessilli viola ad un certo punto si sono levate al cielo anche le bandiere, belle ed acrobatiche, degli Sbandieratori. Prima di passare al secondo tempo della festa viola, didascalicamente annunciato nei manifesti: “Dalle 23 in poi: birreria, panini e musica fino a tarda notte”