Attualità

Laboratorio del racconto per gli anziani della Rsa

Collaborazione tra casa di riposo e Museo paleontologico per stimolare momenti di narrazione autobiografica tra i degenti

Foto di repertorio

Al via un progetto per ampliare le opportunità di socializzazione e di inclusione delle persone anziane ospiti della casa di riposo di Castelfranco-Piandiscò.

Questo è l’obiettivo che si sono poste l’Rsa del borgo valdarnese e il Museo Paleontologico e Accademia valdarnese del Poggio di Montevarchi che hanno organizzato un laboratorio di narrazione autobiografica per i degenti della struttura che si basa sulla visione di filmati del museo.

Spiegando l’iniziativa il direttore della casa di riposo Alessio Veneri sottolinea che “la possibilità di stimolare momenti di narrazione autobiografica con operatori culturali permette di continuare a mantenere vivo il dibattito tra gli ospiti della Rsa favorendo la conversazione attraverso le immagini e i video messi a disposizione dal museo. Ci auguriamo che la trasformazione da visita virtuale a visita fisica degli spazi del museo avvenga il prima possibile in base alle normative” anti contagio Covid.

“La collaborazione ha l’obiettivo strategico di favorire l’accesso alla cultura – spiega Elena Facchino, direttrice Museo Paleontologico che si configura come una dimensione collettiva per superare numerose barriere e resistenze sociali e per liberare le capacità espressive e di auto svelamento dei suoi fruitori. Il laboratorio di narrazione autobiografica è uno strumento che favorisce l’esperienza della narrazione dell’ospite anziano; infatti, non significa soltanto dedicargli ascolto attivo ed empatico, ma anche permettergli di ascoltare sé stesso, dando voce alle sue emozioni”.

Grande la soddisfazione per l’Amministrazione comunale di Castelfranco Piandiscò. “Un progetto importante – evidenzia Filippo Casini assessore al Welfare e Politiche Sanitarie - che dimostra la sensibilità verso i nostri anziani presenti nella struttura di Castelfranco, e che speriamo si possa evolvere il prima possibile in una fruizione fisica degli spazi del Museo”.