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Cedimento argine del Resco, situazione complicata

Dal sopralluogo dei tecnici è spuntata, a sorpresa, la presenza di un grosso tubo del gas posizionato lungo il torrente. E i tempi si allungano

I primi a rimanere sorpresi sono stati i tecnici dell’Unione dei Comuni del Pratomagno, impegnati in un sopralluogo per i lavori di ripristino dell’argine del torrente Resco, tra Vaggio e Matassino, nel comune di Castelfranco Piandiscò. Convinti di trovarsi di fronte ad un semplice cedimento dell’argine provocato dalla forza di trascinamento dell’acqua, i tecnici hanno invece scoperto la presenza di un grosso tubo di distribuzione del gas metano, probabilmente collocato negli anni Settanta. Una presenza che complica parecchio il quadro, sia della situazione che delle possibili soluzioni. A cominciare dal fatto che, prima di iniziare i lavori di rispristino dell’argine, dovrà essere spostato di alcuni metri il tracciato dell’intera tubazione, anche per rispettare la normativa in materia che vieta la collocazione di tubature sugli argini dei corsi d’acqua. E l’opera non si preannuncia semplice: dovrà essere interrotto il passaggio del gas e poi realizzato un nuovo scavo per ospitare una nuova tubazione. “In effetti i tempi per il lavoro di ripristino dell’argine sono poca cosa rispetto a quanto occorre per spostare il tubo del gas” conferma Simone Frosini, responsabile della Difesa del Suolo dell’Unione dei Comuni del Pratomagno. “Sarà compito di Toscana Energia predisporre la nuova tubazione, lontano dall’argine. A quel punto potremo intervenire, in tutta sicurezza, per i lavori di ripristino”.

Però, complice anche il periodo di lockdown, i tempi dell’intervento si sono dilatati. Il Genio Civile di Arezzo ha già inviato un sollecito per lo spostamento della tubatura. Perché occorre fare in fretta, prima che ritorni la stagione delle piogge e delle piene.