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A Rondine l'onore del congedo di Liliana Segre

Cittadella della Pace blindata per la presenza dei big nazionali. Ad accogliere la senatrice a vita anche il sindaco Ghinelli e il Prefetto di Arezzo

Uno stuolo di autorità, nazionali e locali. Ma, stavolta, non hanno parlato di questioni di Governo o di politica. Stamani erano a Rondine solo per ascoltare l'ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre ai giovani. Lo ha ribadito, con vigore, anche il premier Conte.

In prima fila, a fare gli onori di casa, il presidente della Cittadella della Pace, Franco Vaccari. Ma anche il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, appena rieletto, e il prefetto, Anna Palombi. C'era anche il Cardinal Bassetti, presidente della Cei e molto legato ad Arezzo, di cui è stato vescovo.

Una giornata di festa, baciata dal sole, nel piccolo pugno di case a pochi chilometri da Arezzo. Distanziamento e mascherine, rigorosamente rispettati, nella maxi tensostruttura allestita sul prato prima dell'ingresso alla cittadella.

Applausi ad accompagnare l'ingresso e l'uscita della senatrice Segre e  rigoroso silenzio nel corso del suo intervento. Da lei parole importanti, parole che non devono essere dimentica. Non solo memoria, ma consapevolezza assoluta dell'importanza della vita.

Ad ascoltare oltre a personaggi noti o meno e tanti, tantissimi giornalisti, soprattutto i ragazzi di Rondine. Giovani provenienti da tutto il mondo, che convivono in pace. Che cercano, ogni giorno, di costruire la pace. Per questo la Segre ha deciso di terminare qui il suo lungo percorso di racconto. Non solo per l'amicizia con Franco Vaccari ma anche perché qui, già anni fa, seppure sembrasse ancora un'utopia, aveva riconosciuto ciò che avrebbe costruire nella vita. Una realtà fatta di inclusione, in cui si superano le differenze, in cui l'altro, come lei si è sempre sentita, non è il diverso, ma è la normalità.