Attualità

Agricoltura sociale, esperimento in Valdarno

Comuni, cooperative e aziende agricole danno vita a cinque laboratori per nuove produzioni e l’inserimento di persone svantaggiate

Attività presso la Cooperativa agricola Paterna a Terranuova

Tre comuni, due aziende agricole e due cooperative sociali, insieme per un esperimento. Il Valdarno è il terreno fertile in cui gettare il seme per coltivare un nuovo bene: l’agricoltura sociale. Un progetto che si svilupperà attraverso l’attivazione di cinque laboratori in cui saranno coinvolte 27 persone svantaggiate. Come sintetizza il nome del programma, gli obiettivi sono due: uno di carattere sociale dando un’opportunità di inserimento ai soggetti con fragilità, l’altro agricolo prettamente legato a produzioni bio e alla riscoperta di coltivazioni antiche e locali.

Impegnati nell’iniziativa sono i Comuni di Terranuova Bracciolini, Loro Ciuffenna e Laterina-Pergine, la cooperativa agricola di Paterna e l’azienda agricola Riofi oltre le cooperative sociali Koinè e Betadue.

Saranno presto attivati 5 laboratori. Due a Ramarella nel comune di Laterina-Pergine: Koinè si occuperà dell’attività di formazione in orticoltura (laboratorio orto e carbonaia). Altri due centri di sperimentazione saranno a Paterna nel comune di Terranuova (Cooperativa Agricola Paterna) con attività di formazione dedicate in modo particolare a viticoltura e olivicoltura; il quinto laboratorio sarà a Riofi nel comune di Terranuova dove l’Azienda agricola Riofi organizzerà azioni di formazione e work experience nell’attività di produzioni cerealicole (grani antichi).

“Esperienze di questo tipo – spiega Caterina Barbuti, assessore del Comune di Terranuova - sono fondamentali e in grado di inserire in un unico circuito produzioni agricole, inserimenti lavorativi, valorizzazione del territorio. Si legano, insomma, agricoltura e sociale”.

Tra gli obiettivi del progetto portare i prodotti locali nelle mense di scuole, strutture sanitarie, sociali e aziende, creare attività di trasformazione di questi stessi prodotti, utilizzare terreni incolti e organizzare un soggetto imprenditoriale che svolga attività di servizio al sistema agricolo. Guardando al lungo periodo, l’intento è quello di creare opportunità di lavoro per chi è in difficoltà e organizzare una rete di realtà del territorio per la produzione e distruzione di prodotti biologici e a chilometro zero.