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A Figline l’aria è inquinata come a Scandicci

Giorgia Arcamone, della Lega, commenta i dati Arpat su polveri sottili e biossido di azoto: “A settembre avevamo già superato i limiti dodici volte”

Giorgia Arcamone consigliere Lega a Figline Incisa

Il raffronto, impietoso, tra Figline e Scandicci, l’ha fatto la dottoressa Giorgia Arcamone. Intervenendo nell’ultima seduta dell’assemblea consiliare, la consigliera comunale della Lega ha evidenziato i dati ufficiali diffusi dall’ Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, secondo i quali nel mese di settembre a Figline si erano già superati per dodici volte i limiti di inquinamento dell’aria, relativamente alla presenza di polveri sottili e biossido di azoto.

“Si tratta dello stesso numero di sforamenti dall’inizio dell’anno fatti registrare da Scandicci, che è il secondo comune più grande della città metropolitana di Firenze – precisa la dottoressa Arcamone - Anche i dati del 29 settembre sulle Pm10 di Figline, ovvero 15 µg/m³ di media giornaliera, non si distaccavano molto da quelli di Scandicci: 17 µg/m³. Stessa minima differenza tra il dato del biossido di azoto: a Figline 26 µg/m³ , contro i 32 µg/m³di Scandicci”

Le Pm10 sono polveri fini (diametro inferiore a 10 µm) che hanno gravi effetti sulla salute della popolazione. Il biossido di azoto deriva dall’ossidazione del monossido che si forma nei processi di combustione. È un gas irritante per l'apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti, edemi polmonari e anche il decesso.

“Di fronte a questa situazione di inquinamento – commenta Arcamone – è davvero singolare che il Comune di Figline e Incisa preferisca gli alberi diversi da quelli che contribuiscono all’abbattimento dell’anidride carbonica (acero, frassino o bagolaro). Anzi, il Comune non solo non ha il censimento degli alberi presenti nel suo territorio, che sarebbe obbligatorio, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati al principio e al termine del mandato stesso, ma addirittura non da esecuzione alla previsione normativa che impone di piantare un albero per ogni nuovo nato o adottato entro sei mesi dalla registrazione anagrafica fornendo poi informazioni dettagliate circa la tipologia dell’albero e il luogo di messa a dimora”.