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Attualità mercoledì 10 febbraio 2021 ore 17:57

Quelle foibe dimenticate, è polemica con il Comune

La mancata celebrazione del Giorno del Ricordo ha scatenato il Centrodestra: “Omissione gravissima, i martiri valutati a seconda della mano omicida”



FIGLINE E INCISA — Ogni 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, indetta dal 2004 per ricordare le vittime dei massacri delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata. Dopo il Giorno della Memoria dedicato alle vittime dell'Olocausto, il Giorno del Ricordo si lega alle violenze e alle uccisioni avvenute in Istria, Fiume e Dalmazia tra il 1943 e il 1947.

Proprio nel Giorno del Ricordo è stato diffuso un duro comunicato di alcuni esponenti del Centrodestra. In particolare il testo reca la firma di Silvio Pittori, capogruppo Gruppo Misto al Comune di Figline, di Giampaolo Giannelli, Vice coordinatore provinciale Forza Italia a cui seguono le sigle di Fratelli d’Italia Figline e Incisa e il coordinamento Figline e Incisa di Forza Italia: “Prendiamo tristemente atto di come l’Amministrazione di Figline e Incisa Valdarno abbia dimenticato di organizzare, in coincidenza con la “Giornata del Ricordo” celebrata il 10 febbraio di ogni anno, una qualche forma di commemorazione dei nostri connazionali massacrati dal regime comunista della ex Jugoslavia e gettati nelle foibe, o, nella migliore delle ipotesi, espropriati da detto regime dei loro beni ed espulsi dalla Venezia Giulia, dalla Dalmazia e dall’Istria”.

Secondo i rappresentanti del Centrodestra “Si tratta di un’omissione gravissima, che testimonia uno strabismo originario della nostra Amministrazione, incline all’evidenza a valutare diversamente non soltanto i regimi totalitari a seconda delle loro radici politiche, ma anche i martiri degli stessi a seconda del colore della mano omicida”.

“Al contrario – concludono i firmatari del documento - è dovere di tutti noi commemorare, a futura memoria, tutti coloro che sono caduti per mano di regimi totalitari, a prescindere dalle radici politiche di detti regimi, ciò anche per evitare che in futuro nuove forme di totalitarismo possano affacciarsi all’orizzonte”.


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