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Attualità domenica 12 luglio 2020 ore 09:16

Storia di un omicidio, di un santo e di una festa

Una guardia forestale a cavallo durante la festa del 2015
Foto di: Paolo Ricci

Il 12 luglio del 1073 moriva a Passignano di Firenze il fondatore dell’ordine dei Benedettini Vallombrosani. Giovanni Gualberto e la storica Abbazia



REGGELLO — Si svolgono oggi in forma ridotta, a causa delle norme per il contrasto all’epidemia da Covid-19, le celebrazioni per San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali e fondatore dell'ordine dei Monaci Benedettini Vallombrosani. Proprio l’Antica Abbazia di Vallombrosa vive la festa 2020 dedicata al santo benedettino in modo più riservato e intimo, ma forse anche più denso di spiritualità. In questo giorno, come da tradizione, viene donato da parte dei forestali l’olio per la lampada votiva del “Santo del perdono”, così chiamato perché Giovanni fu capace di perdonare l’assassino di suo fratello, scontrandosi fortemente per questo gesto di clemenza con la sua famiglia. Proprio l’ostilità del padre nei suoi confronti, nata a seguito del perdono mai accettato e compreso, lo spinse a farsi monaco benedettino a San Miniato di Firenze, città nei pressi della quale era nato intorno all’anno Mille.

La festa di San Giovanni Gualberto a Vallombrosa è prima di tutto un appuntamento di carattere religioso e vuol ricordare il giorno in cui, il 12 luglio del 1073 il monaco Giovanni morì, a Passignano, nei pressi di Firenze.

Tradizionalmente la cerimonia consiste nella celebrazione al mattino di una solenne messa nella grande chiesa dell’abbazia di Vallombrosa, nata proprio su iniziativa del santo. Quando il monaco Giovanni decise di dedicarsi alla vita eremitica per seguire la regola di San Benedetto finì, insieme a due confratelli, sulla montagna che univa Firenze al Casentino, in una zona chiamata allora Aquabella per la bontà e freschezza dell’acqua che vi scorreva, o anche Cerretaia per la presenza di molti boschi di cerro. Qui, con i monaci Paolo e Guntelmo, il futuro “Santo del perdono” dà vita ad una nuova comunità monastica basata sulla regola benedettina e lontana dalla corruzione che era ben radicata in quel momento nella sfera ecclesiastica. Da questa comunità nascerà poi la grande Abbazia di Vallombrosa, circondata da grandi foreste di abete e faggio. E in virtù della presenza di tante foreste intorno al luogo sacro fondato dal monaco Giovanni, nel 1951 Papa Pio XII proclamò patrono dei Forestali d’Italia proprio San Giovanni Gualberto, che intanto era stato canonizzato nel 1193 da Papa Celestino III.

E siccome la festa di San Giovanni Gualberto è di fatto anche la festa della Forestale italiana e del suo patrono, il 12 luglio assume importanza anche come celebrazione di una ricorrenza laica per la tradizionale presenza a Vallombrosa di tante autorità militari, civili e di governo, in occasione della festa del patrono. Come dimostrano le immagini che pubblichiamo, riferire alla cerimonia del 2015, quando per l’Occasione arrivò a Vallombrosa anche l’allora viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero, il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone, l'assessore all'agricoltura e foreste della Regione Toscana Marco Remaschi, il Prefetto di Firenze Alessio Giuffrida, oltre a tante autorità civili, militari e religiose delle regioni Puglia. Proprio i forestali della Puglia offrirono nel 2015 l’olio per la lampada votiva di San Giovanni Gualberto.


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