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Attualità lunedì 21 settembre 2020 ore 13:48

Quei tesori del Valdarno che finiscono all’estero

Fotografi internazionali sul set di Reggello

Prende campo l’iniziativa che ha coinvolto fotografi di livello internazionale alla scoperta di luoghi, mestieri e prodotti tipici delle nostre zone



REGGELLO — Anche quest’anno, come era stato nel 2019, il gruppo è idealmente guidato da Oliver Bain, noto fotografo svizzero che vive in Francia. Gli altri quattro: Michel Pangallo, Julia Norton Silva, François Vincent e Marc Doudiet, sono invece alla prima esperienza di soggiorno a Reggello. Fra di loro parlano in francese, ma il linguaggio universale che li accomuna è quello artistico: Michel, Julia, François e Marc sono tutti dei virtuosi della macchina fotografica, alcuni di loro collaborano anche con prestigiose riviste internazionali. Giunti in Italia si sono aggregati a Fabrizio Papi e Maurizio Trambusti. Nel gruppo di fotografi operano con funzioni di ‘master’ Max Perissi (fotografo di moda, già titolare della cattedra di fotografia all’Accademia d’arte di Orvieto) e Stefano Berti, vero “sherpa” esperto di ambienti, situazioni e personaggi toscani che ingolosiscono e incuriosiscono i “photographes” transalpini. Anche perché, ai set fotografici naturali offerti dalle colline valdarnesi, si aggiungono alcuni apporti scenografici davvero particolari, come ad esempio i rapaci dei Guelfi Falconieri, oppure le auto storiche di Roberto Ristori. Ma le vere “perle” che i fotografi cercano, sono quelle che vanno scovate tra l’umanità varia che popola il mondo dell’artigianato locale e dei mestieri tipici, difficilmente rintracciabili altrove, specialmente nella Svizzera di lingua francese. Ed ecco allora che gli obiettivi si illuminano e quasi sembrano assaporare il panello con l’uva appena sfornato a San Donato in Fronzano, oppure si soffermano sull’arte antica che si perpetua nella macelleria di Donnini, senza tralasciare gli aromi della vendemmia del sangiovese a foglia tonda, da poco riscoperto in questo spicchio di Toscana. Scatti e scorci dei veri e rari “tesori” valdarnesi che poi vengono diffusi all’estero. “Questa iniziativa, nata per caso, poi è diventata anche una forma di promozione del nostro territorio” spiega Stefano Berti, che per primo ha avuto l’idea di accogliere a Reggello questo tour di amici fotografi “lo scorso anno erano giunti dall’estero in sette, quest’anno, a causa delle difficoltà di spostamento causate dall’epidemia, sono riusciti ad arrivare in cinque. C’è da dire che, nonostante i problemi, hanno fatto di tutto per non perdere questa occasione che sta tra il turismo e l’approfondimento professionale. Qui, anche grazie alla collaborazione di Max Perissi, organizziamo incontri con vari fotografi specializzati in settori specifici. Tanto per fare un esempio: lo studio delle tecniche di fotografia delle opere d’arte lo abbiamo messo in pratica di fronte al Trittico del Masaccio a Cascia. L’interesse per questa iniziativa, nata causalmente, sta ora crescendo. E anche alcune piccole aziende del territorio si sono dapprima incuriosite e poi interessaste, avvicinandosi volentieri, con i loro prodotti, ai nostri set fotografici”.


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