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Attualità sabato 17 aprile 2021 ore 16:22

La collina dei rifiuti: allarme ambientale?

Nicola Benini sindaco di Bucine
Nicola Benini sindaco di Bucine

Levane, dopo la scoperta di attività illecite nella zona di Campitello sale la preoccupazione. Il sindaco Benini: “Massima attenzione”



LEVANE — Ci sono anche conseguenze ambientali da verificare; da questa vicenda emergono implicazioni per l’ambiente e l’attenzione deve essere massima”. Il sindaco di Bucine è preoccupato, teme che quella collinetta nelle campagne della frazione di Levane rappresenti un rischio.

Lì secondo le indagini dell’antimafia che hanno portato giovedì a quattro arresti in Valdarno sarebbero stati smaltiti da un’azienda locale, vicina a un clan della ‘Ndrangheta, rifiuti provenienti dalla Calabria e non solo, molto probabilmente scarti di lavorazione pericolosi. “Si tratta di rifiuti tossici?” si chiede il sindaco Nicola Benini raccogliendo un dubbio sollevato da tanti in queste ore. 

Del resto, la maxioperazione condotta dalla Dda di Firenze sulle infiltrazioni mafiose in Toscana ha tre filoni di inchiesta, quello che coinvolge il Valdarno è proprio per inquinamento ambientale e su questo – alla luce dei nomi coinvolti vicini a una cosca della ‘Ndrangheta – è confluita l’indagine aperta tre anni fa dalla Procura di Arezzo sullo smaltimento di rifiuti tossici e che si concentrava sull’impianto di inerti dell’azienda di Levane. Un’impresa di movimento terra e riciclaggio di materiale inerte che opera da anni regolarmente e con le dovute autorizzazioni nella frazione di Bucine ma che – secondo quanto emerso dalle indagini della direzione distrettuale antimafia di Firenze – avrebbe occultato rifiuti non autorizzati in una collinetta di sua proprietà sopra il proprio impianto, nell’ex area cava di Campitello, dietro la zona industriale di Levane aldilà della ferrovia.

Un’area che è stata sottoposta a sequestro qualche mese fa. “Fino a quel momento nessuno aveva sospetti” ha detto il sindaco Benini “poi saputo del sequestro di quell’area abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava, ma non si poteva pensare qualcosa del genere e che ha stupito tutta la comunità. Ringraziamo gli inquirenti per il lavoro che hanno svolto e stanno svolgendo. Sappiamo che il proseguo delle indagini richiede tempo - conclude il primo cittadino di Bucine – ma speriamo di aver prima possibile chiarimenti sulla natura del materiale stoccato sulla collina”.


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