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Attualità domenica 25 ottobre 2020 ore 13:02

“Tolta la bolla al Serristori ecco i casi Covid”

Infermieri impegnati in un ricovero (foto di repertorio)

Il sindacato di base fa il punto della situazione all’Ospedale di Figline, elencando il numero dei positivi “per ora”: 7 infermieri, 4 Oss e 1 medico



FIGLINE E INCISA — “Come Cobas avevamo contestato già il primo settembre 2020 la chiusura del reparto filtro per i ricoveri ritenendo questa scelta della Direzione Generale pericolosa e dannosa sul versante della sicurezza, della presa in carico dei pazienti con conseguenti rischi clinici e infortuni sul lavoro, come ora stanno accadendo: 7 infermieri, 4 Oss e 1 medico per ora…risultano positivi al covid-19 e dei quali almeno 3 con sintomi conclamati”. Una nota stampa diffusa dal sindacato di base fa il punto della situazione all’ospedale di Figline.

“Almeno 3 casi sono con sintomi conclamati – continua il sindacato - su questa scelta di eliminare il reparto bolla e di aver trascurato le più banali norme di prevenzione sanitaria, come Cobas chiediamo l’immediata apertura di una inchiesta da parte della regione toscana, del nuovo assessore alla sanità e dei sindaci del Valdarno fiorentino: va fermata la strage dei nostri lavoratori”.

Inoltre il sindacato di base “a fronte a questi contagi e focolai che si stanno manifestando nel presidio” chiede l’effettuazione immediata di screening (tamponi naso-faringei) su tutti gli operatori dell’Ospedale.

I Cobas chiedono di bloccare l’attuale gestione e elenca ciò che sarebbe avvenuto in questa fase, richiamando “la gestione dei flussi territoriali del 118 da parte dei Dirigenti e delle Direzioni Sanitarie, esse non hanno tenuto nella dovuta attenzione la scellerata chiusura del reparto filtro e hanno continuato nell’invio, come se niente fosse, di pazienti con sintomi simil influenzali in un presidio ospedaliero come il Serristori definito No Covid”.

Per quanto riguarda il personale trasferito e l’organizzazione del lavoro i Cobas specificano “avevamo denunciato anche il trasferimento coatto di 15 lavoratori dal Serristori verso il presidio Osma, una scelta questa che ha contribuito ad aumentare precarietà, criticità, rischi e pericoli. Rinnoviamo la richiesta di reintegro immediato presso il presidio ospedaliero Serristori, quale sede di assegnazione dei lavoratori trasferiti a forza all’OSMA e la riapertura della Medicina A i cui posti letto sono inoccupati”.

“Ci preoccupa lo stato in cui versa il CUP front-office del presidio Serristori, l’attuale organizzazione del lavoro improntata su turni di 12 ore, e l’alto afflusso e assembramento di utenza in strutture inadeguate a rispettare i relativi distanziamenti”.


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