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Attualità domenica 05 luglio 2020 ore 20:08

Il vescovo, il martire e quel legame con Figline

Il vescovo Meini a Figline durante la messa per S.Romolo
Foto di: Paolo Ricci

La storia antica e recente, con qualche curiosità, del santo patrono di Figline. Le tracce di una devozione millenaria e il ricordo ancora attuale



FIGLINE E INCISA — La pieve di San Romolo, edificata a Gaville poco dopo l’anno Mille. E poi l’immagine di San Romolo che offre alla Madonna la riproduzione in miniatura del castello di Figline (pala di Giovanni Andrea de Magistris da Toldarola, datata 1539, visibile nella Chiesa della Collegiata). Infine il convento di San Romolo dei frati cappuccini, eretto nel 1562 sulla collina di Figline vecchio, accanto alla chiesa cattedrale dedicata proprio a San Romolo, che era stata costruita dal vescovo Rodolfo fin dal secolo XII.

Sono tanti i riferimenti che Figline e i figlinesi dedicano al martire dalla Chiesa cattolica considerato il patrono di Fiesole, città nella quale avrebbe subito il martirio al tempo dell'imperatore Domiziano. I resti del santo sono da circa due millenni custoditi proprio nel Duomo di Fiesole, che gli è dedicato.

E per poco, nel 2014, la città di Figline rischiò anche di perdere il suo santo patrono, quando, al momento della fusione con Incisa venne scelto Sant’Alessandro, come conseguenza di legge dovuta al fatto che la sede legale del Comune di Figline e Incisa Valdarno si trova in piazza del Municipo a Incisa.

La sostituzione di san Romolo con Sant’Alessandro, patrono di Incisa, subì poi una revisione a seguito delle sentite proteste popolari, ovviamente di parte figlinese. Ora i due santi convivono diplomaticamente in coppia, nella ricorrenza patronale del 6 luglio, data in cui la Chiesa cattolica, fissa proprio la memoria di san Romolo.

È significativo, dunque, che proprio il vescovo Meini abbia celebrato il 5luglio, a Figline, la messa in ricordo il primo vescovo di Fiesole.

“Romolo fu mandato da Pietro a predicare e si fermò nel territorio di Fiesole lasciandoci un’eredità preziosa” ha commentato Mario Meini nella sua comunicazione pubblica domenicale “Un’eredità che non sono le sue ossa, ma il vangelo vivo, per cui questo territorio è diventato cristiano. Il vangelo – ha concludo il vescovo di Fiesole - si predica con la bocca e si insegna con la vita. L’eredità di san Romolo si trasmette agli altri con l'amore, che ogni giorno ci trasmettiamo l'uno all'altro”.

La celebrazione religiosa in ricordo di San Romolo si è svolta all’aperto, nel cortile dell’oratorio dei Salesiani, alla presenza del gonfalone del Comune di Figline e Incisa. L’Amministrazione cittadina era rappresentata dall’assessore Paolo Bianchini.


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