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Attualità domenica 14 giugno 2020 ore 19:50
Da Reggello a Parigi il grande artista dimenticato
È passata in sordina la celebrazione dei novant’anni della nascita di Francesco Pagliazzi. Il ‘neomacchiaiolo’ che riuscì a stupire Pietro Annigoni
REGGELLO — Novant’anni fa nasceva a Reggello (14 febbraio 1910) il pittore Francesco Pagliazzi. Una ricorrenza che - forse complice la nascente paura del virus - è passata totalmente in sordina.
Gli inizi artistici del maestro toscano si dividono tra il Valdarno e Firenze. Da studente frequenta l’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze, e ha come maestri Libero Andreotti e Giuseppe Lunari. Fin dai primi anni Trenta, elabora una maniera espressiva di gusto impressionista che gli conquista il favore della critica più accorta e del pubblico. Ancora giovanissimo partecipa alla seconda Quadriennale Romana e alla XX Biennale di Venezia del 1936. Poi su suggerimento della moglie, che lo stimola ad ampliare la sua conoscenza della pittura francese, comincia a viaggiare attraverso l’Europa con prima destinazione Parigi. Nella capitale francese alterna frequenti e prolungati soggiorni che rafforzano le sue scelte stilistiche. Le sue vedute di Parigi assieme a quelle di Venezia, Milano, Viareggio sono fra le sue opere più note. Per questo motivo Pagliazzi viene definito “pittore di scuola fiorentina e parigina”. Attraverso le sue “pitture veementi, genialmente sintetiche”, come le definiva Pietro Annigoni, raggiunge un meritato successo, anche internazionale, come dimostrano le mostre tenute a New York (Galleria Hammer) nel 1955, e a Parigi (Galerie De l’odeon) nel dicembre dello stesso anno. Durante la guerra Pagliazzi si trasferisce a Palazzuolo sul Senio, dove trascorre il resto dei suoi giorni (ricoprendo anche la carica di sindaco) fino alla morte avvenuta a Firenze nel 1988.
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